Stats Tweet

Tièpolo, Giambattista.

Pittore italiano. Allievo di G. Lazzarini, fu presto influenzato dallo stile fortemente drammatizzante di G.B. Piazzetta e di F. Bencovich (Sacrificio di Isacco, 1716; Madonna del Carmelo, 1720; Martirio di San Bartolomeo, 1722). In un secondo momento, i suoi lavori di decorazione e di affresco lo avvicinarono all'arte di S. Ricci e di P. Veronese e lo spinsero a una rottura definitiva con la lezione del Piazzetta. Testimonianza di questo mutamento radicale si ebbe con le decorazioni del palazzo arcivescovile di Udine (Storie dell'Antico Testamento, 1726-30), nelle quali T. utilizzò colori chiari e trasparenti e composizioni spaziali aperte; si assistette così al trionfo della decorazione illusionistica di vasti spazi. Le opere di T. vennero caratterizzandosi per l'intensità luminosa degli accostamenti cromatici. Ormai celebre in Italia e all'estero, T. fu, poi, a Milano (decorazioni dei palazzi Archinto e Dugnani, 1731; decorazione del soffitto del salone di palazzo Clerici a Milano, 1740 - l'affresco raffigurante il Carro del Sole è una delle prove più alte della fantasia decorativa e del virtuosismo illusionistico di T.), a Bergamo (cappella Colleoni, 1732-33), a Vicenza e, infine, a Venezia; qui realizzò gli affreschi per la chiesa dei Gesuiti (1737-39), i dipinti per la chiesa del Carmine e per Sant'Alvise e le tele per la scuola dei Carmini (1743). Dopo aver eseguito, in collaborazione con G. Mengozzi Colonna, la decorazione del palazzo Labia (1747-50) con le Storie di Marcantonio e Cleopatra, nel 1750 fu chiamato a Würzburg dal principe vescovo Carlo Filippo di Greiffenklau per decorarne la residenza con la rappresentazione Olimpo con le quattro parti del mondo: i temi storici, mitologici e allegorici sono animati da un senso di vitalità che si manifesta nello slancio delle composizioni, nello splendore dei contrasti cromatici e nella luminosità dei cieli. T. portò a termine il lavoro, considerato da molti il suo capolavoro, avvalendosi dell'aiuto dei figli Giandomenico (V. TIEPOLO, GIANDOMENICO) e Lorenzo. Nel 1753 fece ritorno a Venezia. La sua attività non conobbe soste: affrescò nel 1757 villa Valmarana a Vicenza (gli affreschi rappresentano con delicatezza vicende sentimentali tratte da poemi cavallereschi ed epici), nel 1758 Ca' Rezzonico a Venezia, nel 1759 l'oratorio della Purità a Udine (Assunzione); nello stesso anno, nel duomo di Este realizzò anche la pala Santa Tecla libera Este dalla pestilenza. Ultimata l'Apoteosi della famiglia Pisani nella villa Pisani a Stra (1761-62), T. passò a Madrid, dove tra il 1762 e il 1767, con l'aiuto dei figli, affrescò le sale del nuovo palazzo reale (Apoteosi di Enea, Apoteosi della Spagna, Grandezza della monarchia spagnola); fu, quindi, attivo presso il convento di Arnjuez (1767-69). Della produzione di T., considerato uno dei massimi esponenti dello stile rococò e, più in generale, della decorazione monumentale, conserviamo anche una ricca produzione grafica; più limitata è, invece, quella incisoria (Venezia 1696 - Madrid 1770).
Gianbattista Tiepolo: "Gloria della Spagna" , part. (Madrid, Palazzo Reale)